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        da:
 
        30 marzo 2005 Copyright 2005 © Rcs Quotidiani 
        Spa
 
 Una 
                  voce critica
 Il teologo cattolico dissidente Hans Küng 
                  indica undici contraddizioni che avrebbero segnato il 
                  Pontificato di Giovanni Paolo II, costringendo milioni di 
                  credenti a una drammatica «crisi di speranza»
 
 
               diHans Küng Wojtyla, il Papa che ha fallito
 
 Predica il dialogo ma ha isolato la 
                  Chiesa. Le sue idee di fede e di morale hanno cancellato il 
                  Concilio Vaticano II
 
 La 
                  situazione della Chiesa Cattolica è seria. Il Papa è 
                  gravemente malato e merita ogni compassione. Ma la Chiesa deve 
                  vivere. Per questo, nella prospettiva di un’elezione papale, 
                  ha bisogno di una diagnosi, di una sincera analisi svolta dal 
                  suo interno. Delle terapie si potrà discutere dopo. 
                  
Gli 
 oltre venticinque anni di Pontificato di Karol Wojtyla 
 sono stati una conferma delle critiche che già avevo espresso 
 dopo un anno del suo Pontificato. Secondo la mia opinione, 
 egli non è il Papa più grande ma il più contraddittorio del XX 
 secolo. Un Papa dalle molte, grandi doti, e dalle molte 
 decisioni sbagliate! La sua «politica estera» ha preteso da 
 tutto il mondo conversione, riforma, dialogo. Però, in tutta 
 contraddizione, la sua «politica interna» ha puntato alla 
 restaurazione dello status quo ante Concilium, a impedire le 
                  riforme, al rifiuto del dialogo intra- ecclesiastico e al 
                  dominio assoluto di Roma. Questa contraddizione si evidenzia 
                  in undici ambiti problematici. Riconoscendo gli aspetti 
                  positivi di questo Pontificato, mi concentrerò quindi sui suoi 
                  aspetti critici e contraddittori.
 
 
                  
                  
 Prima contraddizione
 Giovanni Paolo II predica i diritti degli uomini 
                  all’esterno ma li ha negati all’interno, cioè ai vescovi, ai 
                  teologi e soprattutto alle donne.
 Il Vaticano, un tempo nemico convinto dei diritti dell’uomo ma 
                  ben disposto oggi a immischiarsi nella politica europea, 
                  continua a non poter sottoscrivere la Dichiarazione dei 
                  Diritti dell’Uomo del Consiglio d’Europa: troppi canoni del 
                  diritto ecclesiastico romano, assolutistico e medioevale, 
                  dovrebbero prima essere modificati. La separazione dei poteri, 
                  principio fondamentale del diritto moderno, è sconosciuta alla 
                  Chiesa Cattolica romana, nel cui comportamento non vi è 
                  nessuna lealtà: nei casi di disputa l’autorità vaticana funge 
                  nel contempo da legislatore, accusa e giudice.
 
                  
 
 
Seconda contraddizione
                   Grande 
                  ammiratore di Maria, il Wojtyla predica gli ideali 
                  femminili, vietando però alle donne la pillola e negando loro 
                  l’ordinazione.
 Per molte donne cattoliche tradizionali (soprattutto le donne 
                  appartenenti a ordini religiosi), l’aspetto più apprezzato di 
                  questo Papa è il suo respingere le donne moderne, in quanto le 
                  ha escluse da tutte le consacrazioni più importanti e 
                  considera la contraccezione appartenente alla «cultura della 
                  morte ». Tuttavia, molte delle donne che partecipano alle 
                  manifestazioni di massa del Papa, rifiutano la dottrina papale 
                  che si oppone ai metodi contraccettivi.
 
 
   
                  
Terza contraddizioneQuesto 
                  Pontefice predica contro la povertà di massa e 
                  l’indigenza nel mondo ma, al tempo stesso, con la sua 
                  posizione in merito al controllo delle nascite e 
                  all’esplosione demografica, si è reso colpevole di questa 
                  indigenza.
 In occasione dei suoi numerosi viaggi e anche di fronte alla 
                  Conferenza delle Nazioni Unite su Popolazione e Sviluppo 
                  tenutasi al Cairo nel 1994, questo Papa ha preso posizione 
                  contro l’uso della pillola e del profilattico e, pertanto, 
                  potrebbe essere ritenuto responsabile più di qualsiasi uomo di 
                  Stato della crescita demografica incontrollata in alcuni Paesi 
                  e del dilagare dell’Aids in Africa.
 
 
 
                  
 Quarta contraddizione
 Karol 
                  Wojtyla propaganda una figura sacerdotale maschile 
                  caratterizzata dal celibato ed è, quindi, il principale 
                  responsabile della catastrofica carenza di sacerdoti, del 
                  collasso dell’assistenza spirituale in molti Paesi e dello 
                  scandalo della pedofilia nel clero, ormai venuto alla luce.
 Agli uomini che si sono dichiarati pronti al servizio 
                  sacerdotale nelle comunità viene proibito il matrimonio. 
                  Questo è solo un esempio di come anche questo Papa abbia 
                  ignorato la dottrina della Bibbia e la grande tradizione 
                  cattolica del primo Millennio in cui non vi era alcuna legge 
                  sul celibato per i sacerdoti. I quadri si sono ridotti, il 
                  reclutamento è fermo e fra poco, non solo nell’area di lingua 
                  tedesca, quasi due terzi delle parrocchie rimarranno senza 
                  sacerdote e la stessa celebrazione domenicale dell’eucarestia 
                  non potrà più essere assicurata, nemmeno con l’importazione di 
                  parroci e il raggruppamento delle parrocchie in «unità 
                  spirituali». Il clero fedele al celibato è dunque in crescente 
                  pericolo di estinzione. Gli scandali della pedofilia 
                  verificatisi dagli Stati Uniti all’Austria hanno inoltre 
                  gravemente danneggiato la sua credibilità, portando sull’orlo 
                  della bancarotta grandi diocesi negli Stati Uniti.
 
                  
 
 
Quinta contraddizione
                   Il Papa 
                  polacco ha praticato un numero elevatissimo di canonizzazioni, 
                  ma al tempo stesso ha ignorato l’inquisizione attuata nei 
                  confronti di teologi, sacerdoti e membri di ordini malvisti 
                  dalla Chiesa.
 I devoti, strumentalizzati politicamente e commercialmente con 
                  spese ingenti e conseguenti profitti per la Curia, sono 
                  soprattutto pie suore, fondatori di ordini religiosi o Papi 
                  come l’antidemocratico, antisemita, autoritario Papa Pio IX 
                  (controbilanciati dalla canonizzazione di Giovanni XXIII). 
                  Devoti sono divenuti anche l’imperatore asburgico Carlo I e il 
                  ben poco pio fondatore dell’Opus Dei Josémaria Escrivá.
 Uomini e donne (anche donne appartenenti a ordini religiosi) 
                  che si sono distinti, per il loro pensiero critico e per la 
                  loro energica volontà di riforme, sono stati invece trattati 
                  con metodi da Inquisizione. Come Pio XII fece perseguitare i 
                  più importanti teologi del suo tempo, allo stesso modo si 
                  comportano Giovanni Paolo II e il suo Grande Inquisitore 
                  Ratzinger con Schillebeeckx, Balasuriya, Boff, Bulányi, Curran, 
                  Fox, Drewermann e anche il Vescovo di Evreux Gaillot e l’Arcivescono 
                  di Seattle Huntington. Nella vita pubblica mancano oggi 
                  intellettuali e teologi cattolici della levatura della 
                  generazione del Concilio. Questo è il risultato di un clima di 
                  sospetto, che circonda i pensatori critici di questo 
                  Pontificato. I vescovi si sentono governatori romani invece 
                  che servitori del popolo della Chiesa. E troppi teologi 
                  scrivono in modo conformista oppure tacciono.
 
                  
 
 
Sesta contraddizioneIl Papa elogia spesso e 
                  volentieri gli ecumenici, ma al tempo 
                  stesso ha pesantemente compromesso i rapporti con le Chiese 
                  ortodosse e con quelle riformiste ed evita il riconoscimento 
                  dei suoi funzionari e dell’eucarestia.
 Il Papa avrebbe dovuto consentire — come suggerito in molti 
                  modi dalle commissioni di studio ecumeniche e come praticato 
                  direttamente da tanti parroci — le messe e l’eucarestia nelle 
                  Chiese non cattoliche e l’ospitalità eucaristica. Avrebbe anche 
                  dovuto ridurre l’eccessivo potere esercitato dalla Chiesa nei 
                  confronti delle Chiese dell’Est e delle Chiese riformiste e 
                  avrebbe dovuto rinunciare all’insediamento dei Vescovi romano- 
                  cattolici nelle zone delle Chiese russe- ortodosse. Avrebbe 
                  potuto, ma non ha mai voluto. Ha voluto invece mantenere e 
                  ampliare il sistema di potere romano. La politica di potere e 
                  di prestigio del Vaticano è stata mascherata da discorsi 
                  ecumenici pronunciati dalla finestra di Piazza San Pietro, da 
                  gesti vuoti e da una giovialità del Papa e dei suoi cardinali 
                  che cela in realtà il desiderio di «sottomissione» della 
                  Chiesa dell’Est sotto il primato romano e il «ritorno» dei 
                  protestanti alla casa paterna romano-cattolica.  [continua]
 
 
 
 pagine correlate:Giovanni Paolo II
 Centesimus annus
 
   
      www.HEOOS.it
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